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29 dic 2025

Le card sono un alibi

Il problema non sono le card. È quello che ci nascondiamo dietro. Rompiamo il pattern (in modo interattivo).

A un certo punto “mettila in una card” è diventato la risposta predefinita a qualsiasi problema di layout.

Io non odio le card perché sono brutte. Le odio perché spesso diventano un alibi:

  • nascondono una gerarchia informativa debole
  • schiacciano il significato in rettangoli tutti uguali
  • fanno sembrare ogni pagina lo stesso template con un trucco diverso

Quindi: mini laboratorio.

INTERACTIVE LAB
Make it a card (or… don’t).

Slide the “cardiness” knob and watch how the same content changes. The punchline: layout decisions shouldn’t be outsourced to rectangles.

  1. 01
    A thing with meaning
    02 · HIERARCHY
    If everything is a surface, nothing is. Make one decision and let the layout show it.
  2. 02
    A thing with nuance
    03 · RHYTHM
    Dividers, spacing, and type scale can carry structure without a rectangle doing the job.
  3. 03
    A thing with edge
    07 · TENSION
    Pair small meta with bold type. Let contrast do the organizing. It reads like a story.
Same content. More hierarchy. Less rectangle. More taste.

Il punto vero

Le card funzionano quando sono meritate:

  • un elemento ha bisogno di un confine chiaro
  • l’interazione richiede una superficie (drag, hover, selezione)
  • i contenuti sono davvero modulari e riusabili

Ma se usi una card per evitare di scegliere, l’interfaccia diventa “una collezione di box” invece di una storia.

Un default migliore

Se sei bloccato, prova prima una di queste:

  • Layout editoriale: titolo grande, meta piccole, divider, respiro.
  • Tensione: accosta due cose in modo intenzionale (numero + paragrafo, label + type enorme).
  • Ritmo: ripeti un motivo (una regola, un highlight, un timbro) per dare composizione.

Le card non sono il male. Lo è evitare il gusto.